UNA NUOVA EPOCA GEOLOGICA CHIAMATA HOMOGECENE vs “omogeneizzazione biotica”

L’omogeneizzazione biotica è la sostituzione del biota locale con specie non indigene e in espansione locale che possono coesistere con gli esseri umani (McKinney e Lockwood 1999). Poiché l’omogeneizzazione spesso sostituisce specie endemiche uniche con specie già diffuse, riduce la diversità spaziale su scala regionale e globale. L’omogeneizzazione biotica sta rapidamente aumentando al punto che la successiva epoca geologica è talvolta chiamata “Omogecene” (Guerrant 1992). Come notato da Brown (1989),

“Le specie autoctone geograficamente limitate con requisiti sensibili continueranno ad avere alti tassi di estinzione mentre quelle forme ampiamente tolleranti diffuse che possono vivere con gli esseri umani e trarre vantaggio dalle loro attività, si diffonderanno e diventeranno sempre più dominanti”.

Una nuova analisi globale ha confermato che la flora mondiale sta diventando sempre più uniforme in tutti i continenti della Terra, perfino in Australia. Non si tratta di una buona notizia, perché è da decenni che gli scienziati avvertono che ci stiamo dirigendo verso una nuova epoca geologica, chiamata “Homogecene“. Vediamo di cosa si tratta.

Il termine indica quando forme di vita uniche (che possono essere trovate, magari, in determinati luoghi) vengono oscurate da specie più adattabili – molto spesso invasive – che possono vivere insieme agli umani. Purtroppo, così come afferma l’ecologo Mark van Kleunen dell’Università di Costanza in Germania, “questi effetti sono ora evidenti anche negli angoli più remoti del mondo“.

Si tratta di una vera e propria distruzione dell’unicità dei nostri ecosistemi che dovrebbe essere contrastata. Ovviamente, manco a dirlo, questa distruzione è portata dagli esseri umani, che hanno ridotto la distanza tra le “ecoregioni” di tutto il mondo. Addirittura alcuni scienziati temono che la perdita delle barriere naturali possa un giorno creare una “Nuova Pangea” (visto l’argomento, ecco in che modo si divise la Pangea).

Questo sarebbe un luogo dove non esiste diversità, dove dei “super invasori” vegetali e animali hanno ormai “conquistato” ogni angolo e abbattuto tutte le creature autoctone. A questo proposito, vi consigliamo di dare un occhio al nostro speciale sulle specie invasive più pericolose. Nel nuovo studio, gli esperti hanno esaminato i dati floreali di 658 regioni in tutto il mondo, tra cui 189.762 specie di piante da fiore. I loro risultati? É stato scoperto che le piante invasive hanno ridotto la presenza di specie uniche.

Le conseguenze ecologiche, evolutive e socioeconomiche di questo cambiamento sono poco chiare, ma sicuramente non si tratta di una buona notizia.

Per approfondimenti:
Biotic Homogenization: A Sequential and Selective Process
Michael L. McKinney and Julie L. Lockwood
1 Department of Geological Sciences, and Department of Ecology and Evolutionary Biology University of Tennessee, Knoxville, TN 37996, USA
2 Department of Environmental Studies, Natural Sciences II. University of California, Santa Cruz, CA 95064, USA